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Cultura Orizzonti Visioni

Un mondo di podcast

I podcast sono una di quelle risorse che circolano su internet da diversi anni ma senza attirare troppo l’attenzione. Finché un giorno, per caso, ne ascolti uno e da quel momento ti si apre davanti un mondo interessantissimo e inesplorato da cui fai davvero fatica a staccarti.

Un podcast, in poche parole, è una trasmissione radio diffusa via internet che si può scaricare e ascoltare con il semplice smartphone, un’ottima compagnia ad esempio mentre si fanno le pulizie di casa o durante una passeggiata.

Ormai esistono podcast sugli argomenti più vari (anche Extra Moenia ne ha realizzati alcuni, li trovate in altre pagine di questo sito).

Qui trovate alcuni consigli su podcast più o meno noti da ascoltare in italiano, ad esempio il podcast di Alessandro Barbero, a tema storico, o Wikiradio, che affronta in ogni puntata un personaggio, un luogo o un evento diverso da approfondire, oppure Da Costa a Costa, che vi dà una panoramica sulla realtà degli Stati Uniti in previsione delle prossime elezioni presidenziali, o ancora Cemento, un progetto molto particolare e ben fatto che si concentra sui paesi dell’ex Unione Sovietica e ne affronta diversi aspetti: cultura, storia, cucina, lingua e molto altro.

Ma ci sono anche podcast che parlano di cucina o di fitness, di film, libri e serie tv, di psicologia, di cronaca… insomma c’è davvero un mondo in cui potete curiosare e farlo è molto semplice, basta trovare l’applicazione giusta a seconda del dispositivo che utilizzate, dopo di che non vi rimarrà che cercare un titolo specifico oppure un tema generico che vi interessa.

In poco tempo troverete sicuramente qualcosa a cui appassionarvi. Buona ricerca!

Francesca Realini

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Impronte Orizzonti Visioni

IL PRIMO MAGGIO SI PIANTAVANO LE PATATE: STORIE D’ALTRI TEMPI… MA NEANCHE POI TANTO

Qualche settimana fa ricordo di aver chiesto a mio nonno quali giochi faceva da bambino, come passava le giornate, cosa faceva dopo la scuola, com’era stata la sua infanzia insomma.

Lui a questa domanda si era abbastanza risentito: “Giochi?” aveva detto con il suo tono un po’ burbero, “Quali giochi? Noi da piccoli andavamo a lavorare!”

E in effetti il lavoro ha scandito tutta la vita di mio nonno, come di moltissimi uomini e donne della sua generazione (lui era nato nel 1926).

Era un muratore, come suo papà e altre persone della nostra famiglia, e dopo essersi sposato aveva costruito da solo la casa dove avrebbe poi vissuto con mia nonna e con i bambini.

Aveva scelto un terreno piuttosto grande per poter avere anche uno spazio da coltivare.

Mio zio (suo figlio) mi ha raccontato proprio qualche sera fa che le “attività agricole” in famiglia erano rigorosamente scandite nel corso dell’anno: per esempio il 25 aprile mio nonno seminava il grano e il 1° maggio piantava le patate. Sfruttava queste giornate libere dal lavoro “ufficiale” per dedicarsi al lavoro “domestico”.

Alcuni anni dopo, sempre nel tempo libero, ha costruito altre due case da destinare ai suoi figli.

Quando ero bambina ricordo che mio nonno era già in pensione, ma la sua giornata era comunque scandita da lavori da fare: occuparsi di piccole riparazioni domestiche, badare a conigli e galline, all’orto e alle piante (solo i lavori più pesanti, il resto era compito della nonna), tagliare l’erba, fare il fieno… Spesso altre persone del paese lo chiamavano per fare qualche lavoro in casa (piccoli lavori di muratura e simili). Era sempre contento di aiutare e di poter essere utile.

Quando qualche anno fa, dopo gli 80 anni, le forze hanno cominciato ad abbandonarlo e ha dovuto mollare la presa, per lui è stato come perdere una parte di senso…

Mio nonno ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia e l’ha fatto in un modo così naturale che anche a noi veniva spontaneo seguirlo e imitarlo per quanto potevamo (io per esempio davo da mangiare e da bere ai conigli e raccoglievo le uova delle galline perché ero piccola e non sapevo fare tante cose, ma mio papà e i miei zii l’hanno aiutato nella costruzione delle case seguendo le sue direttive).

Tutto sembrava assolutamente normale, ma adesso, guardandomi intorno e indietro, mi rendo conto che non era affatto scontato: le persone come lui hanno costruito con le loro mani il nostro Paese, con grande umiltà, in silenzio, senza farlo pesare, e ci hanno lasciato un’eredità morale e materiale fondamentale. Le nostre radici sono in queste persone.

Molte di loro le abbiamo perse dolorosamente nelle scorse settimane, ma quello che hanno fatto, tutto il loro lavoro, non andrà mai perso.

A queste persone va dedicato questo Primo Maggio, con l’augurio che nei mesi duri che stiamo vivendo possiamo avere la loro stessa forza e il loro stesso coraggio. Seguendo il loro esempio, possiamo farcela.

Francesca Realini

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Cultura Orizzonti Visioni

Svagarsi ai tempi del Covid

Dopo aver pulito casa da cima a fondo, comprese le piastrelle del bagno, aver cucinato pane, pizza e torte da sfamare l’intero vicinato per una settimana, esservi tritati i polpacci con stretching e corsette sul posto… Terminate le vostre cinque ore quotidiane di smart working e conference call, rinchiusi i figli in stanze separate dopo l’ennesima lotta corpo a corpo, convinto il cane a ritagliarsi il suo (che è poi il vostro) spazio vitale ad almeno cinque centimetri dai vostri piedi… potreste aver voglia di svagarvi un po’. Ecco qualche consiglio, per gli amanti delle storie.

Il Film

Lo trovate su Netflix, il titolo è “The Place” ed è italianissimo. Regia di Paolo Genovese, adattamento cinematografico di una serie televisiva statunitense, ha il pregio di ritrarre un’umanità variegata, intrecciando storie di vita apparentemente anonime e facendole incontrare sempre e solo nello stesso luogo. “The Place”, appunto.

“The Place” è un bar, sito in una non meglio specificata città italiana, dove un Uomo senza nome, ogni giorno, ha appuntamento con diverse persone che gli si rivolgono per esaudire il loro desiderio più grande. L’Uomo è la loro ultima occasione. Ma ogni desiderio ha un prezzo: un compito specifico che ognuno dovrà accettare di svolgere per ottenere ciò che vuole.

L’Uomo ha con sé un libro, sul quale prende appunti e sceglie, di volta in volta, il compito che non è mai libero da questioni etiche e morali. C’è la suora Chiara, alla quale viene chiesto di rimanere incita per ritrovare la sua fede perduta. C’è l’anziana Marcella che, affinché il marito affetto da Alzheimer possa guarire, deve preparare un ordigno esplosivo con cui compiere una strage. C’è Fulvio, cieco dalla nascita, che se vuole acquistare la vista dovrà violentare una donna. Capita pure che qualcuno si rifiuti. E capita che qualcun altro s’interroghi sulla liceità dell’azione da svolgere. Ma, alla fine, la forza del desiderio supera tutti i rimorsi di coscienza e i dettami morali. Finché, un giorno, tocca all’Uomo esprimere il suo desiderio….

MERITA PERCHÉ… fa riflettere sulla natura umana e fino a dove saremmo capaci di spingerci pur di ottenere ciò che per noi è importante.

LA FRASE: “Ma perché chiedi delle cose così orrende, tu?” “Perché c’è chi è disposto a farle”.

La Serie

Anche questa è italiana, s’intitola “Passeggeri notturni” ed è trasmessa su RaiPlay. Chi è allergico alle serie infinite tipo soap-opera (da 10 stagioni, 20 episodi ciascuna, un’ora a episodio), può rilassarsi: arrivate al finale in poco meno di 130 minuti, come guardarsi un film in prima o seconda serata.

Enrico è il conduttore di un programma radiofonico di successo, che ogni sera invita i suoi ascoltatori a raccontare della propria esistenza per poi scegliere le canzoni più adatte “a musicare” la loro storia. Proprio dal racconto drammatico di un’ascoltatrice di nome Sabrina prendono le mosse le vicende successive, che condurranno i diversi personaggi a ricordare, interrogarsi, esporsi e fare delle scelte non sempre facili. Lavoro, famiglia, amore, amicizia, tradimenti, dolore e perdita attraversano gli episodi in una girandola di viaggi, dialoghi e memorie. La vita di ciascuno, dall’incontro con l’altro, è destinata a cambiare, sullo sfondo di una Bari frenetica e affascinante.

MERITA PERCHÉ… ci fa capire che la nostra vita, spesso segretamente, è legata a quella di altre persone che non conosciamo o abbiamo sfiorato appena per un istante.

LA FRASE: “Se guardate al vostro passato, vi è mai capitato di pensare… quel giorno, in quella stagione, è capitato qualcosa che ha cambiato la mia vita?”.

Il Libro

E siamo arrivati all’antica e buona carta stampata! Ma se preferite l’eBook, va bene lo stesso. Il libro che vi propongo di leggere è “Non buttiamoci giù” dell’inglese Nick Hornby, già autore dei più conosciuti “Febbre a 90” e “Alta fedeltà”. Il titolo sembra adattarsi perfettamente a questo periodo di isolamento forzato, non credete? E non è solamente metaforico.

La notte di San Silvestro quattro perfetti sconosciuti si incrociano sulla terrazza all’ultimo piano della Casa dei Suicidi. Ovviamente per farla finita. Ognuno di loro pensa di avere dei buoni motivi per buttarsi giù: Martin è un famoso anchorman rovinato dalla scappatella con una minorenne; Jess è disperata per la fine della relazione con il suo boyfriend; Maureen è stanca di una vita senza colori, trascorsa ad accudire il figlio gravemente disabile; JJ, sciolta la band in cui cantava e lasciato dalla fidanzata, non trova più un senso. Quattro motivi diversi, quattro vite alla deriva, quattro persone che non hanno nulla in comune tranne il desiderio di morire.

Sarà l’unico filo che li lega a portarli giù dall’ultimo piano, superando quella prima notte e altri 90 giorni alla ricerca di risposte che diano un significato allo stare al mondo. Il libro è scritto a quattro voci: ciascun personaggio, raccontando il proprio punto di vista sugli accadimenti, ci e si accompagna alla scoperta di sé, fino all’epilogo… che non vi dico perché non voglio spoilerare!!

MERITA PERCHÉ… a scrivere un romanzo sul tema del suicidio si rischia di scadere nel “drammone” zeppo di luoghi comuni e banalità. Hornby, invece, “scrive come parla”, è ironico, acuto osservatore e sensibile ai dettagli.

LA FRASE: “Dirmi che posso fare tutto quello che voglio è come levare il tappo dalla vasca da bagno e dopo dire all’acqua che può andare dove vuole. Voi provate, e vedrete che succede”.

Roberta Ghielmetti

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Lassù in alto – Video 3

Oggi è la giornata mondiale del libro!
Allora cominciamo a solennizzare con il 3° video tratto da LASSU’ IN ALTO Storia d’altri incerti e di una Stria.
Qui i protagonisti si accingono ad entrare nel vivo della loro escursione tra i monti che li porterà, più avanti, ad incontrare la Stria. 🙃

Vi ricordiamo che da domani mattina fino a tutto lunedì 27 aprile, LASSU’ IN ALTO Storia d’altri incerti e di una Stria è in sconto al 30% inserendo il codice STRIA all’atto dell’acquisto.
https://bookabook.it/libri/lassu-alto-storia-daltri-incerti-stria/

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Lassù in alto – Video 2

Ciao a tutti e un saluto particolare da Adel la stria, la protagonista del libro “Lassù in alto – Storia d’altri incerti e di una stria” di Mario Marini.
Sono ormai trascorsi alcuni mesi da quel fatidico 27 novembre in cui la campagna di crowdfunding del romanzo è partita alla grandissima!
Sono stati via via raggiunti i vari obiettivi a cominciare da quelle 200 copie preordinate che hanno sancito il diritto alla pubblicazione.
Ad oggi, sono state prevendute 341 copie, perciò ne mancano solo 9 al traguardo più ambito: cioè il cosiddetto “overgoal” delle 350 copie prevendute. È un raggiungimento fondamentale, perché consentirebbe a Lassù in alto di avere una attività di promozione personalizzata e un ufficio stampa dedicato, condizione molto importante nel momento in cui il libro arriverà in libreria.
La campagna scadrà il 5 maggio e nei prossimi giorni, da venerdì 24 a lunedì 27 aprile, chi preacquisterà il libro potrà approfittare di uno sconto speciale.
Per prepararci allo sprint finale della campagna pubblicheremo in questi giorni alcuni video con degli stralci del libro.
Questo è il 2o  esperimento, pensato per farvi entrare meglio nello spirito del romanzo. Il video è molto artigianale, ma speriamo possa comunque piacervi.
Buona visione!

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Lassù in alto – Video 1

Ciao a tutti e un saluto particolare da Adel la stria, la protagonista del libro “Lassù in alto – Storia d’altri incerti e di una stria” di Mario Marini.
Sono ormai trascorsi alcuni mesi da quel fatidico 27 novembre in cui la campagna di crowdfunding del romanzo è partita alla grandissima!
Sono stati via via raggiunti i vari obiettivi a cominciare da quelle 200 copie preordinate che hanno sancito il diritto alla pubblicazione.
Ad oggi, sono state prevendute 340 copie, perciò ne mancano solo 10 al traguardo più ambito: cioè il cosiddetto “overgoal” delle 350 copie prevendute. È un raggiungimento fondamentale, perché consentirebbe a Lassù in alto di avere una attività di promozione personalizzata e un ufficio stampa dedicato, condizione molto importante nel momento in cui il libro arriverà in libreria.
La campagna scadrà il 5 maggio e nei prossimi giorni, da venerdì 24 a lunedì 27 aprile, chi preacquisterà il libro potrà approfittare di uno sconto speciale.
Per prepararci allo sprint finale della campagna pubblicheremo in questi giorni alcuni video con degli stralci del libro.
Cominciamo con il primo esperimento, pensato per farvi entrare meglio nello spirito del romanzo. Il video è molto artigianale, ma speriamo possa comunque piacervi.
Buona visione!

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Riflessioni su Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Subito dopo aver appreso la notizia della morte di Luis Sepúlveda ho pensato di rileggere “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Ero piccola quando l’ho letto per la prima volta e ricordo che mi era piaciuto molto.

Rileggerlo da adulta mi ha emozionato. È una lettura scorrevole, veloce, adatta a ogni tipo di pubblico.

Quello che mi ha colpito in particolare è la grande semplicità con cui Sepùlveda affronta temi complicati, spesso nel mondo degli adulti fonti di liti, strumentalizzati… E invece così naturali e spontanei…

È incredibile come questi stessi temi spiegati a un bambino risultino di immediata comprensione, mentre da adulti tutto diventa difficile.

Ad esempio, Sepúlveda tocca il tema dell’ambiente già nelle prime pagine: la mamma della gabbianella muore proprio a causa dei danni ambientali provocati dall’uomo. Lo stesso tema viene toccato poi più volte nel corso della storia.

“Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori” sentenziò Colonnello. (…) “E che dire dei danni che fanno consapevolmente? Pensiamo a quella povera gabbiana che è morta per quella dannata mania di avvelenare il mare con la loro spazzatura” aggiunse Segretario.
Che dire?

Un altro tema che percorre tutto il libro è l’accettazione del diverso: la gabbianella Fortunata vorrebbe essere un gatto, ma i gatti hanno accettato la sua natura e la amano così com’è.

“Ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. (…) È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo” miagola affettuoso il gatto Zorba.

Tra lui e Fortunata nasce una splendida amicizia, che fa crescere entrambi.

“Volare mi fa paura” stridette Fortunata alzandosi. “Quando succederà, io sarò accanto a te” miagolò Zorba leccandole la testa.

Fondamentali sono anche la lealtà e la solidarietà degli altri gatti del porto, che avrebbero potuto mangiare Fortunata alla prima occasione e che invece la proteggono e aiutano Zorba a insegnarle a volare.

Sì, volare. Sembra impossibile per una gabbianella vissuta sempre e solo in mezzo ai gatti. Ma Fortunata ha le ali, ha tutto ciò che le serve per volare, deve solo trovare la forza di farlo. I gatti la sostengono e credono in lei anche quando lei stessa è piena di dubbi.

È il coraggio di seguire i propri sogni, l’importanza di non perdere mai la fiducia: 

“Sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante: (…) che vola solo chi osa farlo”.

Le pagine di Sepúlveda sono dense di significato ma anche di semplicità e di forza, la forza di sostenere valori positivi, la certezza che ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a cambiare le cose.

Un ultimo dettaglio: il gatto Zorba era davvero il gatto di Sepúlveda e ha preso il nome dall’imprevedibile e un po’ folle protagonista di “Zorba il greco” di Nikos Kazantzakis, un altro romanzo che vale la pena leggere perché è pieno di mare, di sole, di libertà, di amicizia e di Grecia… la lettura ideale per volare via, per qualche ora, da questa nostra quarantena.

Luis Sepúlveda si è spento mercoledì 16 aprile 2020, ma le sue parole e le sue idee non si spegneranno e continueranno a far crescere e a infondere coraggio e cuore ad adulti e bambini.

Francesca Realini

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Visioni

Nasce il podcast di Extra Moenia

La nostra Associazione è stata costretta a fermare tutte le attività previste a causa dei provvedimenti intrapresi per fermare l’epidemia di Coronavirus, ma noi non ci fermiamo!

Stiamo lavorando alla creazione di un podcast per poter continuare la nostra attività anche in modo virtuale!

Qui trovate il trailer ed il sito del nostro podcast! Seguiteci!

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Cultura Orizzonti Visioni

Diciamo NO alla violenza contro le donne

Grazie di cuore ai commercianti di Albiolo, Faloppio, Solbiate con Cagno e Uggiate-Trevano, che la scorsa settimana, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, hanno accettato il nostro invito a posizionare nelle vetrine un oggetto rosso, colore simbolo della giornata. L’iniziativa aveva l’obiettivo di disseminare nei nostri paesi tanti piccoli segni rossi per stimolare l’interesse e la sensibilità dei passanti. Nelle vetrine sono anche stati esposti dei contrassegni con immagini stilizzate contro la violenza sulle donne, realizzate dagli alunni di terza B della scuola media di Uggiate-Trevano.
L’idea è stata molto apprezzata e sono stati oltre 100 gli esercenti che hanno aderito e si sono uniti per gridare con una sola voce “no a qualsiasi forma di violenza sulle donne”.
Ringraziamo davvero di cuore tutti i partecipanti, i ragazzi delle scuole e anche i comuni che hanno aderito illuminando di rosso alcuni monumenti pubblici. Si tratta di piccoli gesti simbolici che speriamo possano lasciare un segno costante, il 25 novembre ma anche ogni altro giorno dell’anno.